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Ciao Pesci, eccoci arrivati a voi.
Devo dirvi che alle volte, quando vi sono accanto, sento pian piano affiorare dalla terra una nebbia bianca, soffice, come un vapore tiepido d’acqua, che tutto avvolge e tutto scombina e che non mi fa ricordare più di che cosa stavo parlando. Io, Vergine con Mercurio in Vergine, faccio una certa fatica a sintonizzarmi con la modalità del pensiero Pesci, questo essere senza categorie, questo volteggiare delle idee, a ritmo lento, così personale, così soggettivo, così originale. Ma, quando ci riesco, capisco nettamente perché vi chiamano il segno dell’infinito.

I Pesci sono un segno d’Acqua, mobile. Si trovano alla fine dell’inverno e alla fine dello zodiaco. Uniscono la mobilità tipica dei segni situati alla fine delle stagioni con l’inafferrabile intensità emotiva dell’elemento Acqua, che tutto sente e tutto riverbera. E lo portano all’estremo. Il mondo interiore dei Pesci è un oceano profondissimo e imprevedibile, grandiose tempeste lo agitano e caldi venti lo animano, senza sosta, senza bonaccia. Impossibile tracciare una mappa perché anche i punti cardinali mutano, al mutar del giorno e della luce. Le regole di navigazione qui non valgono più. Per questo i Pesci sono tra i segni che più hanno bisogno di una loro via personale per stare al mondo. Non è per loro seguire le regole, loro non sono mica Vergini, per citare il segno all’opposto, che edificano sulle norme tutta la loro struttura vitale.

Per estensione, in un tema natale, la casa dei Pesci (casa dodicesima) è la casa dove troviamo tutte le esperienze che sono rimaste fuori dalle altre case, il diverso, l’ignoto, l’alternativo. Tutto ciò che – in modo miope – chiamiamo follia perché non si adatta allo schema condiviso. Un pianeta messo qui (o il Sole come estremo caso), ci sprona a trovare una via personale, alternativa, diversa per essere completi.

Per comprendere meglio, andiamo a guardare chi abita il segno dei Pesci e siccome stiamo parlando di un segno che fa dell’originalità uno dei suoi tratti più caratterizzanti, cominciamo dalle assenze, che pesano a volte come e più delle presenze. Il lucido Mercurio è in esilio, lontanissimo, dall’altro capo del cerchio, a casa della Vergine. Qui dai Pesci, quindi, niente ragionamenti, niente acumi, niente analisi. Si va con altri occhi, si procede con altri lumi. Si sente, innanzitutto. Si intuisce, si presagisce, si teme, si aspetta, si sospira, si desidera. Si immagina, tantissimo. Si sogna. Ci si abbandona a un’idea, a una visione, a una suggestione del momento. Che se poi domani cambia, pazienza.

Riprendendo la parabola del grano che ci accompagna durante questi articoli dedicati ai segni zodiacali, sotto il segno dei Pesci troviamo il chicco ancora sottoterra ma già immerso nella visione della primavera, una primavera che ancora non esiste ma che il grano immagina appena oltre, una nuova vita che sente prima di vederla, in preparazione dell’energia che la forza esplosiva dell’Ariete trasformerà nel germoglio nuovo.

Sul trono dei Pesci troviamo Nettuno, pianeta lento, signore della visione e del sogno e di tutto ciò che è fuga dalla realtà concreta. Nettuno esprime energie di creatività e trasformazione, extra razionali ed extra terrene. Nettuno è musica, soprattutto, ed arte in generale, intesa come la intendevano i Romantici dell’Ottocento, come fuga dalla realtà ed espressione di un inconscio che non possiamo conoscere ma solo tratteggiare, di cui seguire l’ombra, l’apparizione, la suggestione di un attimo che scappa via. Nettuno è evanescente. Non è qui e ora, è Sempre oppure Mai. Oppure Altrove. Non è Urano che spariglia le carte con il lampo di azione necessario. Non è Marte che sfodera la spada per affermare la sua forza sulla scena. È una energia profonda e in continua mutazione, che fa della “non definizione” una delle sue maggiori risorse.

Accanto a Nettuno, nei Pesci troviamo Giove. Ecco spiegati i tanti Pesci che non somigliano a queste creature eteree e spirituali ma mantengono un filo robusto con la terra e con i suoi piaceri più umani. Ma il Giove dei Pesci non è il Giove del Sagittario, che fa bisboccia con gli amici e alza la voce in trattoria, è un Giove di ricerca spirituale e di abbandono ai piaceri che più sono in grado di connettere l’uomo all’universo, come l’erotismo e il desiderio.

L’amore è il grande mondo dei Pesci, la dimensione dove sogno e realtà si incontrano e dove cura, accoglienza e unione degli spiriti possono sperare di realizzarsi. Una Venere in Pesci nel tema natale vuole romanticismo e passione, condivisione e libertà, tutto e il contrario di tutto. Non è detto che sarà stabile e fedele ma coinvolta sì, sempre. La sua unica costante sarà l’inesauribile capacità di generare emozioni.


L’interpretazione del tema natale per il segno dei Pesci

I Pesci si tuffano nell’interpretazione del tema natale con la profondità e l’abbandono che solo loro riescono a mettere in campo quando si tratta di emozioni e di esplorazione del sé interiore. Non c’è molto altro da dire su quanto l’analisi del tema natale sia un’esperienza adatta e nutriente per questo segno così portato per il pensiero simbolico e per la lingua delle emozioni.


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