articoli di astrologia

le Case astrologiche

Cosa significano le Case nel tema natale

Le Case astrologiche rappresentano in un tema natale gli argomenti fondamentali della vita, gli ambiti esistenziali comuni a tutti noi, come la famiglia, il lavoro, gli studi, le relazioni. Le Case sono raffigurate nel tema natale come 12 spicchi, 12 fette della grande torta della vita. Nei loro significati simbolici, seguono l’ordine dei 12 segni zodiacali, in un gioco di rispecchiamenti che vede la Casa raccogliere i tratti più significativi del segno corrispondente.

La prima Casa raccoglie in sé i valori del primo segno zodiacale, l’Ariete. La seconda Casa raccoglie in sé i valori del secondo segno zodiacale, il Toro. E via dicendo fino alla Dodicesima Casa, legata ai Pesci. Nella prima Casa, quindi, ci sarà accento sull’io, protagonismo, voglia di affermarsi e vitalità. Nella seconda Casa incontreremo la concretezza dei beni materiali cari al Toro, nella terza Casa il mondo sociale dei Gemelli, nella quarta Casa il mondo della casa e della famiglia del Cancro.

Quando un pianeta si trova in una Casa, la sua energia si esprime nel settore della vita che la Casa rappresenta. Lì principalmente noi incontreremo il pianeta. Se, semplificando un poco, ho Marte in settima Casa significherà che il mio desiderio di affermazione si manifesterà nell’incontro con l’altro e nella relazione a due. Se il mio Marte è in quarta Casa, allora sarà la famiglia d’origine il settore investito dalla carica marziana.

Non dimentichiamo poi che ogni Casa, oltre alla corrispondenza simbolica che abbiamo citato prima (Ariete=prima Casa), cade in ogni tema natale sotto un segno specifico (ad esempio la mia prima Casa è in Sagittario), un ulteriore elemento che contribuisce a definire come ci comporteremo in quello specifico settore della nostra vita.

In alcuni temi natali, molti pianeti si affollano in una Casa, si chiama stellium. Significa che quell’ambito sarà particolarmente significativo per la persona, generando dinamiche più o meno facili da gestire a seconda degli aspetti che i pianeti presenti nella Casa formeranno con gli altri pianeti collocati nelle altre Case.

I grandi temi della vita

Nei loro aspetti, ossia nei rapporti tra loro, le case ripropongono la conflittualità dei grandi temi della nostra vita. Il conflitto integrazione/emarginazione, per esempio, rappresentato sull’asse Casa sesta/Casa dodicesima oppure quello tra indipendenza e legame familiare, rinvenibile sull’asse Casa quarta/Casa decima. Queste opposizioni sono presenti strutturalmente in tutti i cerchi zodiacali (la quarta Casa è sempre opposta alla decima in ogni cerchio) ma in un tema natale esse possono essere vivificate dalla presenza di pianeti, che vanno ad “accendere” quell’argomento della nostra vita, oppure restare neutrali, in assenza di pianeti o di aspetti significativi.

Dal mio punto di vista, le Case sono il vero scrigno del sapere astrologico. Conoscerle e comprenderne gli aspetti significa decodificare il messaggio scritto nel nostro tema natale e fare un passo in avanti nella consapevolezza delle risorse a nostra disposizione e di ciò che possiamo fare per raggiungere la realizzazione interiore.

Questo è il senso dell’interpretazione del tema natale, e ciò che mi fa credere ogni giorno di più che guardare il cielo è guardarsi dentro.


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articoli di astrologia

pesci

Ciao Pesci, eccoci arrivati a voi.
Devo dirvi che alle volte, quando vi sono accanto, sento pian piano affiorare dalla terra una nebbia bianca, soffice, come un vapore tiepido d’acqua, che tutto avvolge e tutto scombina e che non mi fa ricordare più di che cosa stavo parlando. Io, Vergine con Mercurio in Vergine, faccio una certa fatica a sintonizzarmi con la modalità del pensiero Pesci, questo essere senza categorie, questo volteggiare delle idee, a ritmo lento, così personale, così soggettivo, così originale. Ma, quando ci riesco, capisco nettamente perché vi chiamano il segno dell’infinito.

I Pesci sono un segno d’Acqua, mobile. Si trovano alla fine dell’inverno e alla fine dello zodiaco. Uniscono la mobilità tipica dei segni situati alla fine delle stagioni con l’inafferrabile intensità emotiva dell’elemento Acqua, che tutto sente e tutto riverbera. E lo portano all’estremo. Il mondo interiore dei Pesci è un oceano profondissimo e imprevedibile, grandiose tempeste lo agitano e caldi venti lo animano, senza sosta, senza bonaccia. Impossibile tracciare una mappa perché anche i punti cardinali mutano, al mutar del giorno e della luce. Le regole di navigazione qui non valgono più. Per questo i Pesci sono tra i segni che più hanno bisogno di una loro via personale per stare al mondo. Non è per loro seguire le regole, loro non sono mica Vergini, per citare il segno all’opposto, che edificano sulle norme tutta la loro struttura vitale.

Per estensione, in un tema natale, la casa dei Pesci (casa dodicesima) è la casa dove troviamo tutte le esperienze che sono rimaste fuori dalle altre case, il diverso, l’ignoto, l’alternativo. Tutto ciò che – in modo miope – chiamiamo follia perché non si adatta allo schema condiviso. Un pianeta messo qui (o il Sole come estremo caso), ci sprona a trovare una via personale, alternativa, diversa per essere completi.

Per comprendere meglio, andiamo a guardare chi abita il segno dei Pesci e siccome stiamo parlando di un segno che fa dell’originalità uno dei suoi tratti più caratterizzanti, cominciamo dalle assenze, che pesano a volte come e più delle presenze. Il lucido Mercurio è in esilio, lontanissimo, dall’altro capo del cerchio, a casa della Vergine. Qui dai Pesci, quindi, niente ragionamenti, niente acumi, niente analisi. Si va con altri occhi, si procede con altri lumi. Si sente, innanzitutto. Si intuisce, si presagisce, si teme, si aspetta, si sospira, si desidera. Si immagina, tantissimo. Si sogna. Ci si abbandona a un’idea, a una visione, a una suggestione del momento. Che se poi domani cambia, pazienza.

Riprendendo la parabola del grano che ci accompagna durante questi articoli dedicati ai segni zodiacali, sotto il segno dei Pesci troviamo il chicco ancora sottoterra ma già immerso nella visione della primavera, una primavera che ancora non esiste ma che il grano immagina appena oltre, una nuova vita che sente prima di vederla, in preparazione dell’energia che la forza esplosiva dell’Ariete trasformerà nel germoglio nuovo.

Sul trono dei Pesci troviamo Nettuno, pianeta lento, signore della visione e del sogno e di tutto ciò che è fuga dalla realtà concreta. Nettuno esprime energie di creatività e trasformazione, extra razionali ed extra terrene. Nettuno è musica, soprattutto, ed arte in generale, intesa come la intendevano i Romantici dell’Ottocento, come fuga dalla realtà ed espressione di un inconscio che non possiamo conoscere ma solo tratteggiare, di cui seguire l’ombra, l’apparizione, la suggestione di un attimo che scappa via. Nettuno è evanescente. Non è qui e ora, è Sempre oppure Mai. Oppure Altrove. Non è Urano che spariglia le carte con il lampo di azione necessario. Non è Marte che sfodera la spada per affermare la sua forza sulla scena. È una energia profonda e in continua mutazione, che fa della “non definizione” una delle sue maggiori risorse.

Accanto a Nettuno, nei Pesci troviamo Giove. Ecco spiegati i tanti Pesci che non somigliano a queste creature eteree e spirituali ma mantengono un filo robusto con la terra e con i suoi piaceri più umani. Ma il Giove dei Pesci non è il Giove del Sagittario, che fa bisboccia con gli amici e alza la voce in trattoria, è un Giove di ricerca spirituale e di abbandono ai piaceri che più sono in grado di connettere l’uomo all’universo, come l’erotismo e il desiderio.

L’amore è il grande mondo dei Pesci, la dimensione dove sogno e realtà si incontrano e dove cura, accoglienza e unione degli spiriti possono sperare di realizzarsi. Una Venere in Pesci nel tema natale vuole romanticismo e passione, condivisione e libertà, tutto e il contrario di tutto. Non è detto che sarà stabile e fedele ma coinvolta sì, sempre. La sua unica costante sarà l’inesauribile capacità di generare emozioni.


L’interpretazione del tema natale per il segno dei Pesci

I Pesci si tuffano nell’interpretazione del tema natale con la profondità e l’abbandono che solo loro riescono a mettere in campo quando si tratta di emozioni e di esplorazione del sé interiore. Non c’è molto altro da dire su quanto l’analisi del tema natale sia un’esperienza adatta e nutriente per questo segno così portato per il pensiero simbolico e per la lingua delle emozioni.


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acquario

Eccoci a parlare dell’Acquario, segno di Aria d’inverno. L’Acquario è un segno fisso, significa che nasce nel cuore di una stagione, l’inverno, e porta con sè più marcatamente le caratteristiche del suo elemento. Queste sono essenzialmente la leggerezza, l’attitudine alla comunicazione e alla condivisione, un approccio dinamico all’esistenza e alle sue regole.

Il segno è dominato da Urano e da Saturno. Urano è il pianeta del fare, del cambiamento, delle rivoluzioni, del nuovo ordine. È un pianeta dall’energia molto potente, che si esprime spesso in modo brusco, concreto, trasformativo. Urano arriva e spazza via, senza pensare, senza trattenere, non agisce per principio né per sentimento ma fa ciò che serve, in chiave utilitaristica, con velocità elettrica, con inventiva opportunista, che coglie la potenzialità e la fa subito occasione, bottino personale, conquista del momento. Saturno, che avevamo già incontrato nella terra solida del Capricorno, si associa all’energia di Urano ponendo un ulteriore accento sulla eliminazione del superfluo, di ciò che intralcia il cammino verso il futuro, siano essi legami, opinioni, sentimenti, persone.

I nativi del segno sono persone dinamiche e autonome, capaci di costruire e demolire al tempo stesso, che vivono le contraddizioni con disinvoltura, come una cosa inevitabile e naturale. Sfuggono alle definizioni, alle convenzioni e al pre-costituito e manifestano un’attrazione irresistibile per le novità e per tutto ciò che porta un nuovo ordine nella realtà, spesso mai perseguito prima. L’Acquario è mosso da un ideale nuovo, autoprodotto, individuale, potenzialmente condivisibile con il resto dell’umanità ma che non punta a imporsi né a codificarsi. Lui esplora, inventa, rimescola, non si fossilizza mai su un’idea o su un assunto ma resta aperto, vigile, pronto a captare stimoli e influssi nuovi che saprà poi sviluppare senza paura, senza esitazione, senza timore del giudizio degli altri. Gli Acquario sono infatti spesso delle “pecore nere” all’interno del loro gruppo, non temono di esprimere la loro alterità attraverso abiti eccentrici, spesso fuori dalla moda, o abitudini insolite. Il conformismo non fa per loro e anzi rappresenta uno dei loro peggiori incubi.

Come sempre, per comprendere un segno è utile osservare il suo segno opposto, in questo caso il Leone. Tutto ciò che dall’altra parte del cerchio zodiacale è patriarcale, rigido, autoritario, qui è fluido, mutevole, slegato da ogni forma di solennità. Se lì c’è onore, lealtà, passione qui c’è individualismo, disinvoltura, avventura.

L’Acquario è il vero spirito libero dello zodiaco, colui che più incarna la spinta verso la libertà dell’elemento Aria. A differenza dei Gemelli, che vivono alla costante ricerca di input e ispirazioni da fare propri per crescere e migliorare (Gemelli=adolescenza), e della Bilancia, che ha sempre bisogno dell’altro per attivare la sua essenza, l’Acquario è mosso da un autentico amore per l’autonomia e l’indipendenza, per un “fare e pensare da sé” tutto saturnino, che guarda al resto del mondo con vero interesse ma con altrettanto distacco.

Ecco perché dell’Acquario si sottolinea spesso l’insofferenza ai legami, alle relazioni che rappresentano una limitazione alla sua fame di azione e di novità. Una Venere in Acquario può spesso indicare in un tema natale il rifuggire dai ruoli tradizionali e dalle istituzioni sociali come il matrimonio. La Venere in Acquario è la Venere della comune hippy, della sessualità libera e senza regole, priva di ogni senso di possesso, di gelosia, perché priva di ogni visceralità. Va da sé che l’obiettivo del segno non è quasi mai, a meno di forti valori lunari o venusiani nel tema, il mettere su casa e costruire una famiglia. Il gruppo d’appartenenza passa presto dall’essere quello della famiglia di origine a un gruppo elettivo, scelto in base alle affinità di interessi e di obiettivi che il soggetto vive in quel momento.

L’amicizia è il sentimento nel quale l’Acquario esprime meglio la sua affettività e nel quale le sue qualità possono essere più facilmente apprezzate. A patto di non chiedergli ciò che non può dare, ossia prove di lealtà assoluta e sacrifici troppo limitanti, è il migliore amico che si possa desiderare: nessuno come lui sa infatti donare condivisione senza prevaricazione e solidarietà nel rispetto dello spazio altrui, condite da una leggerezza di spirito che solo l’Aria sa.


L’interpretazione del tema natale per il segno dell’Acquario

L’Acquario è un segno dinamico e aperto. Molti Acquario, quindi, potrebbero essere interessati all’interpretazione del tema natale anche solo per curiosità, per ampliare i lori già vastissimi interessi salvo poi restare intimamente colpiti da uno strumento, il tema natale appunto, che offre loro l’occasione di pensarsi in modo diverso, da un punto di vista ravvicinato e intimo, descrittivo ma allo stesso tempo così aperto alle possibilità e alla libertà di agire nella nostra vita quotidiana.


Guarda un video sull’Acquario


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cose che non puoi chiedere alla terra

Non puoi dire alla terra Corri né Accenditi. Non puoi dire Sogna né Trascendi, non puoi dirle Viaggia né Inizia tu. Non chiederle l’Idea, non forzarle la materia, non spingerla a essere quello che non è.
Piuttosto, fatti servire tu dalla sua energia. Poggia la tua guancia sulla sua solida coltre e senti come sostiene il tuo capo, il tuo corpo, il tuo percorso. Togliti le scarpe, denuda i tuoi pensieri, fai i passi che devi. Affidati alla sua forza gentile. Tocca quei sassi. Sono lì da così tanto tempo prima di te e lì resteranno anche dopo che tu te ne sarai andato. Prendili, la terra te li dona. Puoi metterli uno sull’altro, edificare una torre altissima. Puoi farne un circolo attorno al fuoco, perché non si disperda. Puoi tenerli in tasca, come ricordo. Lasciarli cadere sul tuo sentiero, come guida. Ora sdraiati. Senti come è morbido e generoso il tappeto fertile da cui nasce ogni cosa. Senti come la terra si offre a te affinchè tu possa proteggere, fare e costruire.

Come abbiamo visto per l’elemento Fuoco, l’energia della Terra si esprime in tre modi diversi nei segni di Terra dello zodiaco: Toro, Vergine e Capricorno. Sono segni molto diversi, per alcuni versi inconciliabili nelle loro pulsioni. La generosità di cuore del Toro è lontanissima dalla parsimonia esistenziale della Vergine, così come l’aspirazione al successo e all’indipendenza del Capricorno è un obiettivo estraneo ai desideri dei primi due. Eppure i tre segni condividono la matrice più profonda dell’elemento Terra, ossia il legame con la vita pratica, il mondo che esiste, l’aspetto concreto dello stare al mondo. Sono segni che vivono nel presente, nel quotidiano e nel familiare, segni fatti per lavorare e custodire, seppure con orizzonti molto diversi tra loro.

Abbondanza, trasformazione, resistenza.

Nel Toro, segno fisso, l’energia della Terra scorre munifica nel pieno della stagione della primavera. I campi sono verdi e rigogliosi, producono foglie, fiori, profumi. È la Terra fertile, la terra che sboccia, la Terra alcova di accoppiamenti e impollinazioni. È una Terra femmina, materna, che dona. Abbondante e senza sovrastrutture, senza pulsioni limitanti nè trascendenti. Non a caso il Toro è la casa più accogliente di Venere, lo spicchio di zodiaco in cui si esprimono i valori più “terreni” del pianeta, sintetizzati nei piaceri più antichi che esistono ossia il nutrimento e l’accoppiamento.

La Terra della Vergine non ha nulla di questa rilassata abbondanza naturale. Stagionalmente, è una Terra che ha già dato i suoi frutti, ha superato le siccità estive e ora volge lo sguardo verso l’autunno. La Vergine, segno mobile, si deve adattare a ciò che verrà. È una Terra duttile, è la creta che si plasma con il lavoro delle mani, con la fatica e l’intento futuro. Diventa argine, tetto, capanna, utensile. Diventa ciò che serve. Non è fatta per donare fiori ma per rendersi utile. È la Terra da trasformare.

Irriducibile e coriacea è invece la Terra del Capricorno, segno cardinale d’inverno, dotato dell’energia di resistenza tipica dei segni cardinali. La Terra del Capricorno è compatta e dura; mentre il vento la spazza e il ghiaccio la ricopre, sembra che niente possa nascere da lei ma non è così. La vita giace al riparo dentro di lei, protetta da questa superficie apparentemente inospitale, come dormiente, tra le radici. La Terra del Capricorno è la roccia che resiste alle tempeste, la montagna che non si lascia spostare ma solo scalare. La pietra senza tempo sulla quale costruire la casa e la bottega, la scuola e la città. La Terra del Capricorno non frana e non regala, non si offre né si sacrifica. È lì per sé e per chi saprà costruirvi sopra.

Nello zodiaco, gli elementi danzano a un ritmo costante di 4 passi. Succede perché le conquiste del segno precedente siano assorbite e superate dal segno successivo, perché tutti gli elementi possano esprimere al meglio il loro fondamentale e insostituibile contributo energetico al cerchio della vita. E così, proprio come dopo un segno di Fuoco va in scena un segno di Terra, ecco che dopo ogni segno di Terra si impone un segno d’Aria, a condividere attraverso le idee e lo scambio ciò che la Terra ha costruito, a rendere fruibile agli uomini la grande lezione della Terra. A fare per tutti ciò che la Terra ha donato (Toro), reso possibile (Vergine) o costruito (Capricorno).

Scopri come e quanto l’elemento Terra è attivo nel tuo cielo.


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scorpione

Per prima cosa, lo Scorpione è intelligente. Metto al primo posto questa caratteristica perché l’aspetto cerebrale caratterizza tantissimo il segno ed è la premessa fondamentale di tutte le qualità successive, che lo rendono il famelico e magnetico segno che tutti conosciamo. Senza questa intelligenza dietro, senza questo spessore, le sue caratteristiche sarebbero probabilmente estremismi socialmente inaccettabili, anziché preziose espressioni di un’interiorità ricca e profonda.

La mente dello Scorpione è acuta, perspicace, rapida, curiosa. In quanto segno d’acqua, ha uno speciale dono per l’intuizione e possiede la capacità di captare un evento o un’emozione semplicemente fiutandola nell’aria o sentendola nella pelle. Tutto questo è reso ancora più intenso dai poteri di Mercurio, pianeta del ragionamento, che nello Scorpione si trova esaltato. Ricorderete che quando un pianeta è esaltato vuol dire che in un dato segno esso strafà, che la sua energia non trova ostacoli e si esprime in modo intensissimo e quindi spesso eccessivo. Mercurio, domiciliato in Vergine e in Gemelli, trova nello Scorpione il segno ideale per estremizzare la sua pulsione cerebrale, rendendo i nativi del segno dei veri stra-pensatori, dei compulsivi del pensiero.

Ecco che l’intelligenza diventa scandaglio indagatore e l’acume si trasforma in rovello ossessivo. Lo Scorpione ha sempre un’ossessione con sé, si potrebbe dire che “se ne prende cura” come si fa con un animale domestico, gli dà da mangiare più volte al giorno, se la tiene accanto sul divano davanti alla tv, fa ruotare la sua vita intorno ad essa. Ossessioni alimentari, ossessioni legate al potere, ossessioni erotiche o professionali possono condizionare l’intera esistenza di un Scorpione, espressione di un’esigenza di controllo della realtà che corrisponde a sua volta al bisogno di tenere a bada una materia incandescente, un’interiorità da domare costantemente con la forza della mente.

Il pianeta che trasforma tutto questo pensare in magma ribollente è Plutone, signore del segno (domicilio). Plutone è uno strano pianeta, da una parte c’è dibattito intorno al fatto che lo sia davvero, dall’altro è innegabile che sia il più lontano dal Sole e sia dunque privato di quel fondamentale contributo di luce e positività che è la grande mancanza del segno. Plutone è il pianeta del profondo, della morte e dell’inconscio, di riflesso il mondo dello Scorpione è difficile, complesso, fondamentale oscuro. Intriso nell’archetipo del segno c’è il concetto di lotta, di superamento della sfida e di morte, intesa come fine di un assetto energetico e inizio di un nuovo ciclo. Richiamando la parabola del grano che sempre ci accompagna in questi articoli di approfondimento, vediamo sotto il segno dello Scorpione il chicco del grano affondare nel terreno, sprofondare sottoterra, come sepolto, in attesa di una nuova germinazione e di un nuovo inizio.

Rispetto agli altri grandi forti dello zodiaco (segni fissi come Toro e Leone), lo Scorpione non è maestro di leadership – perché non ama esporsi – né di resistenza – perché non è troppo paziente – ma esprime la sua forza nel coraggio di guardare in faccia i più terribili mostri e nel tuffarsi in quell’abisso nero che pochi osano avvicinare. È proprio lì sotto, invece, a contatto con emozioni urticanti e vischiose, nascoste e spaventose, che lo Scorpione va ad attingere per rigenerare la sua forza. Ecco che nei momenti più drammaticamente spietati dell’esistenza, lo Scorpione tira fuori il meglio di sé, come se traesse dal peggio della vita la sua migliore energia, come se quel plasma nero gli fosse necessario per riattivare il suo circuito energetico. La persona si chiude nel suo dolore, del quale si ammanta e si ciba per periodi di tempo che solo lui può determinare, per poi ritornare al mondo con i tagli guariti, le cicatrici cautelate, la resistenza rinnovata. Per questo, lo Scorpione è spesso associato all’uccello magico della fenice, che muore e risorge dalle proprie ceneri, dalle lacrime taumaturgiche, in grado di guarire i propri stessi feroci mali.

Viene da sé che in tutto questo ciclo di morte e trasfigurazione, questa parabola incessante di tenebra e luce, lo Scorpione non sia un segno facile da amare, a meno di non assecondare senza contestazioni le sue naturali ciclicità. Del resto, non c’è altro da fare. A meno di non voler vedersela con l’altro signore del segno ossia Marte, che attiverebbe tutte le sue doti di pianeta dell’affermazione, dell’aggressività e del conflitto per difendere il nativo. Lo Scorpione sa essere infatti feroce nella difesa dei suoi sistemi di pensiero e dei suoi spazi vitali. Se provocato, se spinto a uscire dalla sua roccia, se forzato a prendere una direzione che non vuole, lo Scorpione attacca, sfoderando armi tra le più affilate delle zodiaco. Se tradito, se ferito nel profondo, se disconosciuto nel suo ruolo, lo Scorpione uccide , usando tutto ciò che sa della vittima per annientarla in un gioco pre-meditato che prende il sapore della famosa vendetta del segno. Perdonare gli è difficile, perché il dono del suo amore è così raro e profondo che non può tollerare che vada perduto, così come non può tollerare che qualcun altro sia stato più astuto di lui nella manipolazione dei sentimenti, deriva di cui lui può essere maestro.

Con Marte in domicilio (a meno di particolare lesioni nel tema), lo Scorpione tende ad avere successo e a vivere secondo le sue regole, contando solo su stesso e sulla fedeltà di pochi eletti. Si afferma in modo naturale, senza gridarlo al mondo; non lo fa con la platealità del Leone, né con la fredda costanza del Capricorno, agisce piuttosto in segreto, mostrando il risultato finale piuttosto che la genesi di una strategia che ha creato, perfezionato e monitorato nel tempo, programmando ma anche improvvisando, sull’onda di un’istintualità che pure caratterizza fortemente il segno. L’elemento del brivido, infatti, dell’adrenalina dell’ultimo secondo è in linea con i tratti di un segno che ricerca un’atmosfera di forte intensità emotiva intorno a sé. Lo Scorpione non sa che farsene di serenità e malinconia, per citare due sentimenti dolcemente tiepidi, ai quali preferirà, per proseguire il parallelismo, ebbrezza e disperazione. Le tinte forti caratterizzano tutto il suo mondo, del quale veramente poco è dato conoscere all’esterno. La mente e soprattutto il cuore dello Scorpione sono scrigni quasi inaccessibili, a volte poco frequentati anche dai nativi stessi, che tendono ad avere nei confronti del sentimento un senso di pudore, di distacco precauzionale. Di fatto, tutto quello che accade dentro a uno Scorpione quasi sempre resta dentro a uno Scorpione e se mai egli vi mostrerà il suo lato debole, state certi che ne ha un altro ancora più segreto che non vi ha svelato.

Con estrema selettività, con profondo trasporto, con lealtà, lo Scorpione può amare. Sembra incredibile, dopo aver detto tutto questo, ma lo Scorpione può essere un partner appassionato, coinvolto e anche fedele se il partner e la relazione lo meritano. Non metterà mai il compagno nella condizione di sentirsi troppo importante né si lascerà rammollire da romanticherie e sentimentalismi. Ma metterà a disposizione la sua forza e il suo coraggio per sostenere il partner nella vita, gli donerà senza riserve la sua passione, anche in senso erotico, condividendo le straordinarie abilità della sua mente, a cominciare dalla capacità di trovare soluzioni e di reagire alle più estreme condizioni esistenziali.

Tenere il suo passo non è sempre facile, superare la diffidenza e le prove di merito che continuamente pone sul cammino del partner neppure, ma se il vostro legame è degno della sua lealtà, lo Scorpione non vi abbandonerà nel momento del bisogno né scambierà la profondità del suo sentimento per inseguire effimere distrazioni. In ultimo, non possiamo non citare il binomio Scorpione/sesso, fin troppo noto e frainteso, che vede parlare dei nativi del segno come di grandiosi campioni a letto. È certamente vero che lo Scorpione è un segno passionale e caldo ma è ancora più vero che il segno vive una particolare assonanza con l’argomento sesso, che non è quasi mai un argomento neutro per la persona ma sempre un tema “caldo”, attorno al quale si addensano emozioni contrastanti, sia che si tratti di maniaci dell’erotismo che di strenui promotori della castità.


L’interpretazione del tema natale per il segno dello Scorpione

Lo Scorpione ama l’abisso più di ogni cosa. Esplorare le ombre interiori, entrare in contatto con ciò che non conosce ancora di sé, andare in profondità. L’interpretazione del tema natale può dargli l’occasione di fare tutto questo portandolo a riflettere anche sui lati più luminosi del suo percorso.


Guarda il video di approfondimento sullo Scorpione


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cose che non puoi chiedere al fuoco

Non puoi dire al fuoco Fermati. Non puoi dire Rallenta né Ascolta. Non puoi dire Rinuncia né Sospira. Non puoi dire Seguimi né Aspettami.
Piuttosto, fatti prendere tu dalla sua energia. Fatti illuminare tu, dalla sua fiamma. Fuoco è forza e movimento. Fuoco è azione e affermazione. Fuoco è fuori, maschio e potere. Fuoco è slancio. Fuoco è lotta, conflitto, vittoria. Fuoco è palpito. Fuoco è adesso.

Questa straordinaria energia si esprime in tre modi diversi nei tre segni di fuoco dello zodiaco: Ariete, Leone e Sagittario. Ognuno di loro incarna una diversa sfumatura dell’elemento che li rende simili nella loro matrice energetica ma molto differenti tra loro. Se, per esempio, è facile coinvolgere Ariete e Sagittario in una domenica sportiva all’aperto, sarà difficile smuovere il pigro Leone dal comfort della sua reggia. Così come sarà difficile tirare dentro l’Ariete a una conferenza su filosofia e potere.

Tutti e tre condividono però questo slancio vitale all’azione, questa insopprimibile energia che brucia, appunto, e che deve essere consumata, scaricata, espulsa fuori da sé senza troppo pensare. C’è in tutti questi segni un forte richiamo all’oggi, al fare per urgenza piuttosto che per pianificazione, per impellere della vita e del desiderio.

I tre segni incarnano tre aspetti del Fuoco, in analogia con il loro essere segni cardinali, fissi e mobili.

Un segno si dice cardinale quando dà inizio a una stagione e mai segno fu più cardinale dell’Ariete che dà il via a tutta la ruota zodiacale stessa. Ebbene il fuoco dell’Ariete è proprio la scintilla, lo scoccare primigenio del fuoco al suo primissimo avvio. È un fuoco esplosivo, che s’accende improvvisamente e senza aiuti esterni. Non ha garanzia di durata nel tempo, non sa quanta legna serve per sopravvivere alla notte ma sa rischiarare il cielo di una vampa potentissima e sfolgorante, coraggiosa e senza paura.

Tutt’altro fuoco quello del Leone, simbolicamente rappresentabile come un grande fuoco stabile e ben ossigenato, impossibile da fiaccare. Le fiamme danzano alte al vento ma questo non può spegnerle perché questo è un fuoco che ha fiducia nei propri mezzi e conosce il suo valore. È il fuoco forte dei falò sulla spiaggia, fatto per illuminare la notte e la vita, nel pieno dell’estate. Siamo nel cuore della stagione estiva, il tempo è stabile, il segno è fisso.

Mobile è il fuoco del segno successivo, il Sagittario, di una stagione, l’autunno, che sta per tramutarsi in inverno. La fiamma non è più ferma e invincibile. Al suo posto, braci roventi, il fuoco azzurro, che si estende nello spazio e resiste al tempo, cova sotto le ceneri, come se mai fosse pago di bruciare. In tutti i segni mobili, quale è il Sagittario, l’elemento si esprime in modo meno esplosivo, in questo caso il fuoco assume una valenza più “metafisica” andando a incontrare la vocazione spirituale che pure caratterizza il Sagittario, segno dell’avventura geografica ma anche della ricerca intellettuale. Questo è il fuoco che rischiara la ricerca di senso oltre che la strada, la fiaccola dell’esploratore.

Il cerchio zodiacale ci insegna ad ogni passo l’assoluta necessità di tutti gli elementi e la legittimità di ogni segno per l’equilibrio dell’universo stesso. Senza Fuoco, il cerchio zodiacale sarebbe privato dei fondamentali valori dell’iniziativa e del coraggio, della forza e della vitalità.

Non a caso, nella ruota zodiacale dopo un segno di fuoco c’è sempre un segno di Terra, a significare il bisogno di portare a compimento l’energia liberata, di portare sulla terra, appunto, le conquiste del fuoco, per costruire il passo successivo e mettere a frutto ciò che la vitalità del fuoco ha acceso (Ariete), reso grande (Leone) o scoperto (Sagittario).

Scopri come e quanto l’elemento Terra è attivo nel tuo cielo.


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articoli di astrologia

grano e zodiaco

Forse perché sono della Vergine, la cui raffigurazione è una fanciulla china su una spiga, uno dei temi che più mi appassiona dell’astrologia è la parabola del grano e come questa riverberi le caratteristiche dei segni dello zodiaco, seguendo fedelmente l’arco delle stagioni.

E quindi ecco con il solstizio di primavera avviarsi la bella stagione e insieme il cerchio zodiacale. Ecco la forza esplosiva dell’Ariete che buca la zolla per cercare la luce. Come l’Ariete, il grano è imprudente ma deve agire. Non sa cosa troverà al di fuori della terra eppure lui caccia fuori la sua gemma, pervaso da un’irreprimibile spinta vitale.

Spuntato fuori, il seme cresce. Si nutre, si gode il sole, si prende la pioggia e il vento, i sali minerali e la terra. Tutto quello che c’è a disposizione, lo fa suo. La zolla diventa la sua casa. Si consolida e cresce, lento e naturale. Proprio come il Toro, secondo passo del grano e dello zodiaco.

La primavera vira verso l’estate e il grano è ormai una giovane spiga. Flirta con il sole, amoreggia col vento, fiorisce, si lascia portare di qua e di là. È Gemelli, è ragazzo, è vitale e fresco. Ancora un poco fragile ma così vivo, così ricettivo verso ciò che gli giunge dal mondo esterno.

Con il passo successivo, il grano si lascia fecondare, i fiori si fanno chicchi e la spiga matura il suo prezioso frutto, il figlio grano. Siamo nella costellazione del Cancro, segno in completa affinità con la fecondazione e la riproduzione. È tempo di calore e riposo, sta per arrivare il momento di maggiore luce dell’anno.

Ed eccolo il grano al culmine della sua bellezza. Ecco il grano-Leone gonfio di sole e di potenza all’acme della sua vita naturale. Non ci sarà mai punto della parabola del grano in cui il grano sarà più ricco e più maturo. Mai punto nel cerchio zodiacale in cui la forza dell’Io sarà più luminosa.

Ma di nuovo la stagione sta per cambiare, l’estate vira verso la sua fine, le brezze dell’autunno sono all’orizzonte ed è già tempo di pensare al domani. Arriva il lavoro della Vergine, a sgranare le pannocchie. Il grano deve essere raccolto, custodito per l’inverno. Si chiude il primo emiciclo, in cui il grano cresceva e si evolveva soltanto grazie alla natura e alla sua forza interiore, e arriva l’uomo a dare il suo contributo decisivo alla vita del grano. Con la Vergine, arrivano il lavoro, la fatica e la responsabilità.

Al passo successivo del destino del grano ci pensa la Bilancia, che si incarica della selezione e dell’organizzazione dei semi, della loro classificazione e conservazione. Con il suo occhio attento la Bilancia giudica e decide, sceglie cosa merita o cosa no, salva i più forti, i più gonfi, i più bei semi del raccolto, attingendo alla grande capacità critica e alla vocazione estetica del segno.

Ora è il momento di seminare per l’anno nuovo, è il momento di seppellire il seme. È il momento dello Scorpione, che deve sopportare la dura prova di essere sepolto nel terreno freddo, senza luce e senza certezze, con la sola promessa di una rinascita futura. Fuori, l’equinozio d’autunno e il buio che sfida il Sole. Il seme è solo ma ha un mondo intero dentro di sé. Sopravvivere e cambiare. Resistere e rinascere.

Quando troverà la fiducia di tirare fuori le sue radici, sarà già il tempo del Sagittario, tempo di esplorare lo spazio intorno a sé, espandendosi nel terreno a caccia di nutrienti. Ora il grano è ottimista, si avventura, sicuro di incontrare nella sua diramazione ciò che serve al suo sviluppo.

Ma l’inverno è lungo, la terra fredda, il sole lontano. Il grano aspetta, sopporta, prepara la prossima mossa. Occorre la straordinaria tenacia del Capricorno, che resiste al gelo e custodisce la vita dentro per crescere anche senza luce, sotto la neve, imparando dal buio tutto ciò che serve per andare avanti.

Con l’Acquario il grano riprende l’esplorazione dello spazio intorno a sè, espande ancora oltre le sue radici, traendo dalle diverse sostanze del terreno i nutrimenti per cambiare ed evolvere verso il nuovo passo, in linea con l’eclettismo del segno e la sua tendenza a cogliere e fare suoi gli stimoli più eterogenei.

La stagione sta per cambiare di nuovo. Con l’avvicinarsi della primavera, il grano è di nuovo sul limitare di una trasformazione. Sulla soglia di questo nuovo passaggio, troviamo i Pesci, che raccolgono tutto quello che il grano ha imparato dal buio per passare a un nuovo livello evolutivo. Segno empatico per eccellenza, i Pesci intuiscono la primavera, immaginano un’altra realtà, sentono che un altro mondo è possibile per il seme, sentono che si può ricominciare.

Dall’Ariete, ancora, che buca la zolla con tutta la sua forza…


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